Una settantina di persone arrampicate tra lago e montagna, quando arrivi a Xino, piccolo borgo di Fonteno, prima di incontrare una persona per strada devi attendere alcuni minuti, se piove anche mezz’ora. D’altronde questo paesello che domina tutto il lago d’Iseo di giorno si svuota, i bambini vanno a scuola e gli adulti scendono a valle per lavorare.
Qui rimangono solo poche persone anziane e il titolare del bar Dallas, l’unica attività presente ancora in paese. Abitare qui richiede sacrifici, ma qui tutti sembrano disposti a pagare dazio pur di rimanere su questa terrazza unica nella bergamasca. Basta aprire la finestra di qualsiasi abitazione e di fronte ti si pone tutto il lago d’Iseo con la vista che spazia da Montisola e sale fino in valle Camonica arrivando all’Adamello.
Un panorama invidiabile che ha permesso probabilmente a Xino di sopravvivere. Una piazza e due vie, niente di più, questo piccolo borgo negli ultimi decenni si è ripopolato anche di giovani che sono arrivati a Xino per ristrutturare la casa paterna e rimanere ad abitare. Sono poche le abitazioni che non sono state ancora recuperate, basta vedere la piccola piazza del paese per capire che anche l’amministrazione comunale ha deciso di tornare a reinvestire qui recuperando piazza e via. Alcuni anni fa l’amministrazione comunale ha deciso di recuperare anche gli affreschi religiosi che si trovavano all’esterno delle abitazioni e che oggi abbelliscono questo borgo.
“La gente nel tempo non ha abbandonato Xino - spiega Ignazio Pasinelli che a Xino ci è nato e tutt’ora ci vive – e molti giovani sono rimasti ed hanno ristrutturato le abitazioni del paese. Xino nel tempo non è cambiato molto, la gente è più o meno la stessa, ci sono meno famiglie numerose e le usanze sono cambiate.
Una volta qui rimanevano solo le donne e i bambini e gli uomini andavano all’estero a fare la stagione. Moltissimi erano in Svizzera, poi l’arrivo delle fabbriche nella nostra zona e del benessere ha richiamato in fabbrica molti di quegli uomini che un tempo trovavano da mangiare solo fuori dall’Italia. Ora è di nuovo tutto cambiato, io ho passato una vita all’Italsider di Lovere, oggi però nessuno dei giovani fa l’operaio, sono tutti artigiani, muratori, elettricisti, imbianchini, idraulici.
Il paese cambia nel tempo, le famiglie sono meno numerose di un tempo, noi qui eravamo in 14, solo la mia famiglia, per questo qui a Xino ci chiamavano i ‘nascì’. Ogni famiglia ha un soprannome che serve un po’ a identificare la persona, anche perché i cognomi sono tutti uguali. Tra i soprannomi che ricordo ci sono i ‘Cioare’, i ‘Paciù’, soprannomi che ti rimangono legati a vita.
Una volta poi qui a Xino c’erano 3 negozi, 2 botteghe e un bar che era in piazza. Oggi di tutto questo rimane solo il bar che si è spostato di fronte alla chiesa. L’arrivo dei supermercati ha cancellato queste piccole attività che così hanno dovuto chiudere i battenti. Quando ero giovane poi ricordo che c’era molta rivalità tra Xino e Fonteno, io ancora oggi dico di essere di Xino, non di Fonteno e mia moglie, che è di Fonteno, mi risponde che anche Xino è Fonteno visto che è una sua frazione”.
Passare da uno dei posti più esclusivi della nostra provincia e, probabilmente, di tutta Italia, ad un borgo sperduto posto sui monti dell’alto Sebino. Decidere di lasciare un’abitazione in città alta a Bergamo, con una casa vicinissima al posto di lavoro, per andare ad abitare a Xino, costringendoti ogni mattina ad un’ora e mezzo di traffico per raggiungere lo studio di Bergamo dove lavori affrontando quotidianamente la famigerata statale 42. Una scelta strana quella del sindaco Alessandro Bigoni e della sua famiglia.
Alcuni anni fa, il sindaco originario di Clusone, ha deciso di lasciare città alta per trasferirsi proprio nella piazza del borgo, una scelta di vita la loro per poter crescere i figli in un ambiente più tranquillo e magari anche più sano. Una scelta che probabilmente molti non avrebbero fatto ma che i Bigoni hanno deciso di ripercorrere, tornando alle origini.
Sabrina Bonomelli infatti è originaria proprio di Xino ed ha deciso di acquistare un’abitazione nel borgo, ristrutturarla e venirci ad abitare. “Noi abitavamo proprio in città alta e per mio marito era certamente più agevole raggiungere l’ufficio di Bergamo. Poi abbiamo deciso di trasferirci nuovamente nell’alto Sebino proprio perché qui era più facile crescere dei figli, permettere loro di poter giocare liberamente e non rimanere in una città tra il traffico e il caos. In città alta dove avrebbero potuto giocare, li non ci sono spazi dove poter circolare liberamente, qui a Xino invece si e non ti devi preoccupare di doverli sempre accompagnare o sorvegliare per la presenza delle auto. Certo, qui a Xino devi avere per forza l’automobile altrimenti non puoi vivere, qui ogni volta che devi fare la spesa o devi accompagnare i figli a scuola o alle attività sportive devi prendere l’auto. Inoltre questa scelta ha comportato un sacrificio per mio marito che ogni giorno deve raggiungere lo studio di avvocato a Bergamo. Noi abbiamo comunque deciso di cambiare e nel 1996 abbiamo cambiato vita ritornando alle origini”.